UX: tra Intelligenza artificiale e Metaverso
- Coffee Talks
- 10 nov 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 18 nov 2022
Come si prospetta il futuro dell' experience design? Quali sono le tendenze che stanno man mano prendendo forma nello sviluppo di prodotti digitali di ultima generazione e che influenzeranno, inevitabilmente, la nostra capacità di incontrare e soddisfare le esigenze dell'utente?
Anche se nessuno ha la sfera di cristallo, quasi sicuramente il mondo che sta lentamente facendo capolino ci vedrà tutti più tecnologici e digitalizzati, con un aumento del numero degli individui che avranno l'accesso a internet (grazie anche alla diffusione della tecnologia mobile).
Secondo l'ONU il 37% della popolazione mondiale, pari cioè a 2,9 miliardi di persone, non ha accesso a Internet
Da piccoli immaginavamo macchine volanti, persone che apparivano come un ologramma premendo un pulsante sul nostro orologio e di poterci spostare con la forza del pensiero. E in qualche modo, questo, effettivamente è già il nostro futuro.
I droni e le macchine senza conducente sono già realtà da qualche tempo e non ci stupiscono più quando ne vediamo qualcuno. Magari ne siamo incuriositi, ma sicuramente non ci sembrano certo "cose dell'altro mondo". Molte società e istituzioni, infatti, impiegano queste tecnologie con lo scopo di semplificare e migliorare la nostra vita quotidiana: per portare soccorso, consegnare pacchi, monitorare il territorio...
Anche parlare con una persona immateriale non sembra certo più da pazzi. Anzi...
I così detti Assistenti virtuali (di messaggistica o vocali) sono realtà ben diffusa già da qualche anno e il trend non intende fermarsi. Secondo Forbes, il mercato dei Chat bot raggiungerà 1,25 miliardi di dollari entro il 2025.
Per quanto riguarda, poi, trasportarsi in un luogo con la sola forza del pensiero, bhè... la realtà virtuale ci va molto vicino.
Sono nuove e concrete realtà che stanno mutando il vivere di ogni giorno, il nostro modo di lavorare e di godersi la vita. Cambiano il modo in cui affrontiamo le cose, i problemi, come ci relazioniamo con gli altri... e fanno emergere necessità e preoccupazioni che devono essere, in qualche modo, prese in considerazione quando andiamo a proporre nuovi prodotti e servizi.
I Bot semplificano le interazioni tra persone e servizi, migliorando l’esperienza utente e, allo stesso tempo, offrono alle aziende nuove opportunità per migliorare il processo di coinvolgimento della clientela e l’efficienza operativa
Se consideriamo che, oggigiorno, l’esperienza utente è importante tanto quanto i beni e servizi offerti, non possiamo non notare come diventi fondamentale investire in strumenti come Chatbot e Assistenti virtuali basati sull’AI, in grado, quindi, di interagire come esseri umani.
Il marketing ha sviluppato negli ultimi anni, nel mondo digitale in primis ma anche nello spazio fisico, una forte attenzione al lato esperienziale del processo di acquisizione beni o dell’accesso ai servizi. I touchpoint coi quali si viene in contatto con l’utente si sono moltiplicati ed è (o dovrebbe essere) quasi scontato vivere esperienze cross-channel.
Ognuno di questi punti, però, deve essere “funzionante”. Ciò significa che i touchpoint devono essere chiari, specifici e utili perché ciò che viene percepito dal destinatario, diventa sempre più importante del prodotto/servizio stesso.
Per far sì che la relazione con l’utente s'insaturi e si mantenga nel tempo, quindi, è necessario prestare attenzione a una gamma di elementi molto più vasta, che spesso include aspetti corollari del prodotto/servizio stesso.
Oltre ad una larga diffusione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, negli ultimi anni si sta registrando una forte crescita del Metaverso e delle nuove opportunità che porta con sé. Un nuovo “universo parallelo” che si sta insinuando lentamente nelle nostre vite e che non ha certo l’intenzione di andarsene molto presto.
Anche se, al momento, il Metaverso è appannaggio ancora di pochi come, ad esempio, i brand del lusso, si stanno facendo passi da gigante verso questa direzione e verso tutte le nuove tecnologie del Web 3 (il web semanticamente intelligente), che mirano ad aumentare anche l'accessibilità ai servizi, superando eventuali "barriere" fisiche e sensoriali.

È chiaro che, l’esperienza utente non riguardi, ora, più solo l’interfaccia grafica per i prodotti digitali, il design di prodotti fisici o l’allestimento di showroom. Ora è l'intero ecosistema che assume rilevanza. L’user experience designer si deve spingere verso un livello più esteso di attenzione e finezza, che tocca aspetti come la facilità del passaggio tra un ambiente e l’altro (nel Metaverso, ma anche nel web 2.0), le modalità con le quali avviene, le tecniche di reperimento dati e della loro gestione, la capacità d’interazione tra i vari “mondi” e come questi vengono poi utilizzati dall’utente finale, in virtù dei diversi device.
Inoltre, vi è una spinta sempre più insistente che vuole al posto di comando nelle decisioni, la centralità dell’utente e la valorizzazione della sua unicità, che si manifesta con la capacità (e l’esigenza!) di impostare campagne ADV personalizzate, la necessità di creare prodotti tailor-made, la gestione di dati puntuali e precisi… tutto ciò che è ora reso possibile o più semplice dall'implementazione di queste tecnologie.
Intelligenza artificiale e Metaverso possono comunicare con l’utente/cliente valori, sensazioni, emozioni che nel web 2D non erano contemplati. Creano esperienze immersive e, pertanto, reali, complete di sensazioni e sentimenti.
L’uomo continua ad essere, nonostante tutto, un <<animale sociale>> come è stato definito in passato da Aristotele, una figura che ha bisogno comunque di interagire con il mondo esterno, di “toccare” e provare emozione…, sia esso in un ambiente virtuale o fisico. E queste nuove tecnologie sono perfettamente adeguate a coprire il gap.
L’esperienza utente è catalizzante per il successo di un’attività e ignorare i nuovi trend di mercato potrebbe rivelarsi una mossa non molto astuta.
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