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STARTUP O IMPRESA ORDINARIA?

Immagine del redattore: Coffee TalksCoffee Talks
Essere una startup o non essere una startup? Questo è il problema....

Be a startup or not be a startup? This is the question...

Molti si chiedono che differenza ci sia nel parlare di startup o di un'impresa ordinaria.

Abbiamo già descritto le caratteristiche di una startup in questo post, ma credo sia ora utile indagare più a fondo.


E' normale pensare che le aziende nella loro fase iniziale presentino delle problematiche e caratteristiche comuni all'attività di una startup: incertezza verso il futuro, risorse limitate, creazione di reti commerciali, promozione, scoraggiamento ...

Quello che cambia, però, è il modo con il quale vengono affrontate le questioni e si rivolge lo sguardo al futuro.


Abbiamo già parlato di come uno startupper sia chiamato a pensare "fuori dalla scatola" (think outside the box), cercando soluzioni creative, innovative e, se possibile, a basso costo. Lavorare in una startup è tutto un divenire, modellare la propria attività giorno per giorno, adottando metodi nuovi, meno classici e convenzionali. Fantasia e creatività affiancano conoscenza e metodologia; l'osare si sostituisce alla prudenza.

E l'entusiasmo è il collante principale per questa impresa: il fattore che consolida il team, che non vede nel lavoro un solo strumento per guadagnare, ma un qualcosa di "proprio" che fa parte della realizzazione professionale e personale.


Il clima in una startup è meno formale, per lasciare spazio ad un ambiente "rilassato", non soggetto a gerarchia, dove ognuno è spronato a dare il meglio di sé. Vengono preferiti brainstorming ai meeting, dove a ognuno è permesso portare il proprio contributo.


In qualunque ambiente ci si trovi succede che l'attività dei vari uffici è concatenata ed interdipendente: le decisioni di una parte, inevitabilmente influenzano quelle degli altri ma in una startup questo è ancora più evidente e peculiare. E non solo perchè il team è solitamente costituito da poche persone o si condividono spazi comuni: in una stratup è ben chiaro che si sta lavorando tutti (insieme) per la realizzazione di un progetto comune (che non è la stessa cosa del mero profitto!), una condivisione e vissuto di valori e visioni. Non esiste team se non si mira verso uno scopo comune.


Da queste poche righe emerge chiaramente la forza che porta con se una startup. Per questo sempre più aziende (lungimiranti) hanno capito l'importanza di adottare al loro interno strumenti, misure e metodologie di pensiero che sono proprie delle startup (ad es. basti pensare al guerrilla marketing). La startup ti pone nella condizione di metterti in gioco ogni giorno, di questionare le scelte ad intervalli di tempo molto più brevi, provare e sperimentare, ricorrere a metodi non convenzionali, cambiare strategia a breve periodo.. tutti spunti giusti per mirare ad una sopravvivenza di lunga durata.

Un'impresa ordinaria sa di essere arrivata sul mercato; un'impresa classica lungimirante sa che si deve guadagnare il mercato ogni giorno, che non può mai dire di essere arrivata e sa, altresì, di aver bisogno di nuovi stimoli e nuove linee di pensiero, anche se questo significa investire tempo e risorse in esperimenti che magari non portano a nulla (almeno non nell'immediato). Per questo molte aziende non lo fanno; una startup, invece, deve rischiare.


Grandi colossi ci mostrano di avere capito l'importanza non solo dell'investimento nella ricerca e nello sviluppo ma quanto la filosofia che accomuna le startup sia l'arma vincente per affrontare un mercato che pretende maggior flessibilità e r-innovamento continuo. I tempi devono essere più corti e la capacità di reazione molto più rapida. Un'impresa (più) ordinaria, proprio per sua natura e vincoli gerarchici, necessità più tempo, valutazioni...anche se non bisogna dimenticare che gode di altri vantaggi quali esperienza, reputazione e reti.

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