Creare content non è così facile. Sia che si tratti di articoli per il blog, sia che si tratti di brevi video o foto postate sui social… la creazione di content deve mirare a portare awareness e valore all’azienda, ai suoi prodotti o servizi offerti. Non si tratta solo del numero di like che si possono collezionare o il numero di keywords che vengono disseminate per il testo per migliorare il ranking di Google.
Creare content significa offrire al nostro pubblico del materiale valido, corretto, interessante e di facile accesso che permetta al nostro pubblico di notare la nostra pagina o il nostro profilo e, soprattutto, di tornare a visitarci.
Attraverso il content l’azienda comunica con il proprio pubblico, trasmette di prima mano le informazioni, i propri valori… cerca un dialogo diretto e sincero, che ci si augura duri nel tempo.
Come fare, allora, perché il content sia di buona qualità?
Sviluppare un piano di comunicazione che sia soddisfacente richiede sicuramente un investimento di tempo che molto spesso le aziende non hanno. Ecco allora che ci si rivolge ad agenzie specializzate e freelancer che s’impegnano a fornire contenuti di qualità e che funzionino dal punto di vista della SEO e di presenza sui social. Ma la scelta di affidare la comunicazione ad un agente esterno è sempre la mossa giusta?
Avvalersi della creazione interna di contenuti permette, sicuramente, di avere accesso a delle informazioni complete, in tempi rapidi. La capacità di reazione sui social è maggiore ed è indubbio che si possieda una conoscenza completa e approfondita dell’argomento trattato (o, almeno, si dovrebbe avere!). Inoltre, i dati raccolti possono essere condivisi facilmente all’interno dell’azienda, indirizzando future scelte strategiche e di business. Ovviamente, questo richiede la necessità d’investire tempo, sottraendolo ad altri compiti, o comunque, formare una persona interna che si occupi solo di questo aspetto e sia in grado di interagire con i vari reparti aziendali, comprendendone compiti e necessità. Il soggetto deve essere ben inserito nel contesto aziendale ed avere accesso alle informazioni (altrimenti, equivarrebbe quasi ad avere un soggetto esterno... solo in loco!).
Sicuramente affidarsi ad un soggetto esterno “scarica” l’azienda di un onere che porta via tempo ed energia (basti poi pensare a tutta la strategia di comunicazione social che richiede un monitoraggio costante dei contenuti pubblicati, la gestione di feedback e domande e una formazione continua sull’uso dei nuovi strumenti). Di contro, rivolgersi ad un ente esterno può penalizzare la qualità dei contenuti, o comunque richiede una formazione a monte (o, meglio, un costante affiancamento) da parte dei dipendenti in grado di fornire al content creator dati e materiale necessario per costruire testi corretti e valorizzanti. Inoltre, la voce viene “filtrata”, non è diretta ma gestita e moderata (e, in alcuni casi, non è in dubbio che sia una buona cosa!). Sia che si tratti di un’agenzia o che sia un freelancer, il content creator deve essere costantemente aggiornato sugli sviluppi e sulle evoluzioni del mercato di riferimento. Ecco perché è importante, qui, avere un contatto costante con i content creator e monitorare il loro operato.
Saggio sarebbe, inoltre, avvalersi di soggetti che siano “esperti” di una determinata materia , che siano in grado di comprendere trend e novità, rispetto alla scelta di creator più generici, capaci sì, ma con una meno approfondita conoscenza dell’argomento.
Ovviamente, rivolgersi a soggetti esterni significa anche accedere e usufruire ad una rete di contatti ulteriore e mantenersi aggiornato sulle novità, nonché essere sicuri che si curino anche gli aspetti tecnici, per garantire ranking maggiori e posizionamento sui social.
Sia che ci si rivolga a soggetti interni, sia che ci si rivolga ad agenzie esterne, la costante formazione e comunicazione tra le parti, l’accesso a dati ed informazioni è indispensabile per il raggiungimento dei nostri obiettivi (awareness, engagement e fidelization). Ricordiamo che i contenuti, qualsiasi forma essi siano, per essere “utili” agli utenti, devono essere belli (sì, perché se non sono belli e leggibili, non ci attirano!), comunicativi, informativi e utili, oltre che interessanti! A nessuno piacciono contenuti noiosi, vuoti e inconcludenti.
Se un utente decide di regalarci un paio di minuti del suo tempo, dobbiamo essere in gradi di farglieli fruttare. Non deve pentirsi della scelta, anche perché, se il contenuto è scarsino, tale sarà, di riflesso, quello che penserà dell’azienda e dei suoi prodotti/servizi (brand communication).
Quindi, ricordiamoci: sempre e comunque, contenuti di qualità!
Comentários