Creare un nuovo prodotto, un servizio o avviare un’attività è solitamente un rischio che pochi se la sentono di correre. Comporta l’investimento di denaro, tempo ed energie senza la ben che minima certezza che andrà a buon fine o che ne valga, in qualche modo, la pena.
Per tutelare le aziende dal buttarsi a capofitto nell’ennesima attività fallimentare (e perdere risorse), le discipline economiche (e il buon senso!) offrono alcuni strumenti interessanti per riflettere ed indagare sul buon esito della nostra idea preventivamente, ponendoci nella condizione di intervenire tempestivamente in caso di eventuali passi falsi.
Le nuove discipline economiche (o, meglio, le esperienze pratiche di chi ha a che fare con la creazione di innovazione ogni giorno) ci insegnano che esistono 3 strumenti (simili nella sostanza ma diversi nella forma), che possono aiutarci nelle diverse fasi di sviluppo del prodotto o di un’idea di business.
- il PRETOTIPO (L’idea è quella giusta? ): molto simile ma meno conosciuto del prOtotipo, il prEtotipo ci permette di valutare l’idea, prima ancora che venga iniziata qualsiasi attività per metterla in pratica.
Si tratta di trasformare le idee in realtà, attraverso una loro realizzazione grossolana e grezza (spesso con materiali semplici e poco dettagliati) che ha il solo scopo di dare forma ad un pensiero e valutarne il richiamo.
E’, quindi, uno strumento che serve a convalidare l’interesse in un prodotto, servizio o idea di business e la sua realizzazione richiede solitamente un periodo di tempo breve (ore o pochi giorni).
Attraverso la realizzazione di un pretotipo si misura il mercato e si valuta se procedere con lo sviluppo dell’idea (e investire in esso!) o se cambiare, invece, direzione.
Un esempio del Pretotipo è, ad esempio, la creazione di una landing page dedicata all’advertiding di un nuovo prodotto, ancora inesistente, per testare l’interesse delle persone all’idea attraverso il conteggio del numero di click sulla CTA
“If we build it, they will use it.”
- il PROTOTIPO (Lo potremmo fare così…): E’ una versione più scarna del prodotto finale che si utilizza per indagare l’adeguatezza delle proprie risorse e capacità per lo sviluppo del prodotto.
Attraverso il prototipo si valuta se si è in grado di far fronte alle aspettative dei clienti, con un’adeguata realizzazione e implementazione del prodotto.
Nel caso della validazione del nostro business, la creazione di un sito web con la bozza della struttura e dei contenuti relativi alla nostra attività è un esempio di prototipazione.
- l’MVP, o minimum viable product (prodotto minimo funzionante): spesso e volentieri scambiato con il prototipo, rappesenta invece la “versione beta” del prodotto, in attesa di essere raffinato. E’ un prodotto funzionante per il quale l’utente o il cliente potrebbe anche pagare (magari una somma ridotta perchè tra gli Early adopters, i primi ad utilizzarlo). I clienti e gli utenti sanno che potrebbero esserci delle imperfezioni e possa essereancora migliorabile ma è del tutto un prodotto vendibile e, soprattutto, funzionante!
Nel caso analizzato, l’MVP è la messa online del nostro sito web, completo di link funzionanti, foto, articoli e video.
Possiamo sempre migliorarlo? Certo che sì.
Nonostante nel mondo in cui viviamo si siano fatti passi da gigante e ci siano tutti gli strumenti per fornire prodotti e servizi efficaci, una gran fetta dei nuovi progetti e delle nuove aziende (spesso e volentieri startup!) non supera i primi anni di vita. Ovviamente, le cause possono essere divere: scarsità di fondi, team non adeguato, pandemie improvvise…ma il 42% delle volte è perchè viene immesso sul mercato un prodotto (o servizio) di cui non si ha bisogno (https://startupsventurecapital.com/the-top-20-reasons-startups-fail-e37097d973d4).
Avere a disposizione degli strumenti che ci permettano di superare le nostre convinzioni personali e individuare in tempo se la nostra idea avrà un benchè minimo futuro, ci concede di intervenire tempestivamente sulle criticità e limitare i danni. E magari scoprire starde nuove che non avevamo preso in considerazione.
Ah, a proposito, il PRETOTYPING nasce a Google, dall’idea di un italiano (ovviamente!): Alberto Savoia. Nel suo libro The Right It, suggerisce appunto di “costruire la cosa giusta, prima di costruirla bene”.
Fonte: spremutedigitali.com
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