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NEGARE L’EVIDENZA (h)A TUTTI I (suoi) COSTI

Immagine del redattore: Coffee TalksCoffee Talks

Chi più, chi meno, ogni azienda viene toccata da un periodo di crisi, segnante o superficiale che sia.

Le cause possono essere diverse: c’è chi dice che la colpa è di governi inadempienti che penalizzano l’impenditoria, altri la attribuiscono a mentalità obsolete, chi poi al consumismo e alla mancanza di valori, alla perdita del senso comune che attanaglia la società… Spesso ci si dimentica di fare un mea culpa.

Le crisi possono essere brevi o di più lunga durata; può trattarsi di uno stallo di liquidità o una contrazione del mercato; a volte è dovuta ad un errore nella progettazione di un prodotto o nella fornitura di un servizio. Ovvio possono esserci delle concause, ma la “colpa” (se così si può definire) di una battuta di arresto nel nostro business può essere attribuita in molti casi anche a cause interne. Anche se è dura ammetterlo.

Se sbagliano gli altri ci è più facile rilevare l’errore, ma se sbagliamo noi: che figura ci facciamo?


C’è chi prende l’errore come occasione di miglioramento, conoscenza e crescita. E c’è chi non lo ammette neanche davanti all’evidenza. E c’è chi forse neanche se ne accorge dello sbaglio.

Incapacità? Stanchezza? Superficialità? Anche se siamo del XXI secolo e ci sono molti strumenti per ridurre al minimo i rischi d’errore, non si è sempre infallibili e può capitare qualche imprecisione, errore di calcolo o previsione.

Siamo tutti umani e “chi lavora, sbaglia” dice un noto proverbio. Ed è così. E va bene. Aiuta a crescere e migliorare, anche se può rivelarsi oneroso in termini di tempo e denaro. Ma quanto ci costa di più fare finta di non vedere le nostre mancanze?


Porre rimedio è sempre più difficile che fare giusto fin da subito.


La miopia di cui molte imprese sono vittima condiziona enormemente i risultati futuri della loro attività, rischiando di creare un effetto domino negativo anche su ciò che è più virtuoso. Com’è noto, a differenza di una cosa fatta bene, un errore ottiene maggiore visibilità e notizia. Di conseguenza, ignorare ciò che mostra alcune perplessità, porterà a mettere in discussione anche altri articoli ed attività, se non, addirittura, l’azienda stessa.

Capita poi di accorgersi della necessità di alcuni cambiamenti ma si decida di posticipare perchè al momento sembra non essercene la possibilità e il tempo, ignorando il peso di questa decisione per gli sviluppi futuri. Sicuramente si può ricorrere a momentanee soluzioni-tampone, che come esprime la parola stessa, si dimostrano utili nell’immediato ma non sono di certo destinate a perdurare nel tempo. Cercare di costruire avanzamenti di sviluppo, reputazione o innovazione su elementi traballanti può presentarci il conto delle nostre mancanze quando meno opportuno. E non è solo una questione di credibilità ed affidabilità.

La soluzione richiesta diviene ora imminente, più complessa e laboriosa; la pecca ignorata è cresciuta e imprescindibili da altri elementi, che a loro volta andranno rivisti e, molto probabilmente, corretti.



La situazione ottimale d’impresa è un qualcosa a cui di solito si cerca di tendere ma difficilmente si verifica. Sarebbe infatti troppo bello se ci fossero solo 4 semplici regole da seguire per avere successo assicurato. Purtroppo l’attività imprenditoriale, soprattutto nelle medie-grandi realtà è una questione più di legami e collaborazione che di competenza tecnica. Si può essere, infatti, molto bravi nel proprio lavoro ma evitare di vedere errori o anche solo piccole incorrettezze per orgoglio ferito come l’incapacità di essere obiettivi rispetto alle proprie capacità non porta avanti alcuna attività. Come sempre, essere sinceri con sè stessi (non è necessario che gli altri sappiano!) è una delle chiavi per la buona riuscita delle nostre attività.


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