Ogni impresa è il risultato delle persone che ci lavorano e dei rapporti che s'instaurano tra di loro (S. Marchionne)
Un'azienda è prima di tutto l'insieme delle persone che ci lavorano. Non solo competenze, quindi, ma anche relazioni umane.
E' risaputo che quando un lavoratore varca la soglia di una nuova azienda e s'imbarca per l'inedita avventura, quello che porta con sè non sono solo gli studi che ha fatto o i lavori pregressi ma anche le proprie esperienze personali, i propri sbagli, i propri sogni, le proprie molle motivazionali, le proprie ambizioni... Ognuno è un pezzo speciale e deve poter trovare la propria collocazione all'interno di un sistema già collaudato.
IL VALORE DEL SINGOLO
Valorizzare l'unicità individuale può essere vantaggioso su vari fronti:
mette a proprio agio il lavoratore, che si sentirà parte attiva dell'impresa e se ne sentirà in parte responsabile;
permette di beneficiare delle esperienze e dei sentimenti già vissuti dai lavoratori, ampliando, così, gli strumenti a propria disposizione e riuscendo ad anticipare possibili scenari;
aumenta la creatività e la capacità di problem solving come risultato di un confronto non timoroso, rispettoso e proficuo;
crea predisposizione ad affrontare situazioni che possono richiedere uno sforzo maggiore, come ad esempio lavorare più a lungo o svolgere mansioni non prettamente collegate al ruolo per il quale si è stati assunti.
Bisogna ricordare che la realizzazione personale (che si manifesta anche attraverso il riconoscimento del proprio ruolo) è un fattore importante per ognuno di noi e influenza le scelte che ogni giorno siamo chiamati a prendere. Sentirsi parte attiva di un progetto o un'impresa (attraverso la cultura aziendale e lo spirito d'appartenenza) contribuisce anche alla promozione dell'attività stessa (i lavoratori ne parleranno bene e in varie occasioni) e rallenta il possibile turnover di lavoratori (con conseguente risparmio di tempo nella formazione degli stessi).
DAL SINGOLO INDIVIDUO AL TEAM
Valorizzare ogni singolo lavoratore è senza dubbio fondamentale per il miglioramento dell’attività: aumento dell’autostima del lavoratore, senso di appartenenza ed utilità, anticipo di scenari futuri sulla base di esperienze personali pregresse… Il collaboratore, se considerato come elemento singolo, ha, però, capacità limitate alla sua cerchia di esperienza e vissuto personale. Affinchè queste competenze siano utili è necessario che vengano condivise e scambiate in modo proficuo.
Condurre persone diverse a raggiungere obiettivi comuni è una delle sfide più importanti che un leader deve saper affrontare: piccoli fraintendimenti, discussioni, gelosie, dispiaceri personali possono allontanare i lavoratori dalla meta prefissata e ritardare (se non, addirittura, annullare!) i risultati.
Si, ammettiamolo, è un po' strano da dire considerando il fatto che questo mondo appare ogni giorno sempre più cinico e individualista, dove i rapporti umani sembrano limitarsi a qualche like sui social media e l'industria è disposta a fare di tutto pur di arricchirsi (così ci dicono!) e la gente sgomita per la propria sopravvivenza (sempre dicono!). E forse è un po' azzardato da dichiarare, soprattutto se non si ha più fiducia nella società odierna e nei valori che sta tramandando. Ma il punto è che
l'uomo rimane sempre e comunque un animale sociale (Aristotele)
e attraverso queste relazioni si arricchisce, si manifesta e, soprattutto, si migliora. E così anche nel mondo del business.
Non si può pensare di arrivare in cima, correndo da soli!
Vale per i propri business partner; vale per i propri collaboratori i quali sono spesso coloro che toccano con mano i problemi e sono un punto di contatto prezioso con la vera realtà.
Le competenze ed esperienze contano. Le persone e le relazioni umane pure.
Commenti