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INTELLIGENZA ARTIFICIALE, QUESTA SCONOSCIUTA!

Immagine del redattore: Coffee TalksCoffee Talks

Negli ultimi tempi si sente sempre di più parlare di Intelligenza artificiale (IA, o in inglese artificial intelligence AI) e di tool che si basano su questa tecnologia. Infatti, l’interesse che si cela dietro questi temi è in crescendo, anche tra persone che non masticano di tecnologia e digitale.


Secondo quanto riportato dall’Osservatorio ARTIFICIAL INTELLIGENCE del Politecnico di Milano 2022 e da Il Global AI Software Forecast 2022 di Forrester, vi è un interesse sostanziale nella tecnologia AI, tant’è che è stata ipotizzata una crescita annuale del 22%, in grado di raggiungere i 64 miliardi di dollari entro il 2025.


Ma di cosa si tratta esattamente?


Io credo che nell’accezione comune di chi non ha a che fare ogni giorno con le nuove tecnologie o non appartiene alla GenZ, l’intelligenza artificiale sia una presenza oscura, positiva nella sua accezione, ma sempre senza dei contorni ben definiti. Un po’ romanzata da film e libri (si, perché l’intelligenza artificiale non è argomento nuovo ma se ne parla da decenni, il primo scritto fu nel 1956!), in bilico tra pozione magica e arma di distruzione di massa (secondo il fisico Stephen Hawking, L’IA potrebbe minare il futuro della specie umana, prendendo il sopravvento).

Vedi qui


Secondo l’UE, “L’intelligenza artificiale (IA) è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. L’intelligenza artificiale permette ai sistemi di capire il proprio ambiente, mettersi in relazione con quello che percepisce e risolvere problemi, e agire verso un obiettivo specifico. Il computer riceve i dati […] li processa e risponde. I sistemi di IA sono capaci di adattare il proprio comportamento analizzando gli effetti delle azioni precedenti e lavorando in autonomia.”

[https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/society/20200827STO85804/che-cos-e-l-intelligenza-artificiale-e-come-viene-usata]


Quando si parla di IA, praticamente, ci si riferisce ad una macchina in grado di agire come se fosse un essere umano, prendere dati (informazioni) dall’ambiente circostante, elaborarli e fornire una risposta che sia adeguata e soddisfacente alla situazione, proprio come farebbe il cervello di una persona in “carne e ossa”.


Siamo in grado di riconoscere quali strumenti si basano su queste tecnologie e quali, invece, sono dei semplici automatismi?


Esistono, ad esempio, delle macchine che sono predisposte con delle risposte automatiche, che sono in grado di simulare una conversazione ma non per questo si può dire siano dotate di IA. I chat bot o gli assistenti virtuali basati sull’IA, invece, sono in grado di interpretare ciò che viene detto e recuperare le risposte che stiamo cercando.

Allo stesso modo, nell’analisi dei dati, l’utilizzo di fogli Excel e altri programmi è largamente diffuso in attività di pianificazione e controllo: ma siamo sicuri che siamo in grado d’interpretarli correttamente e sotto ogni punto di vista? Che cosa succede se ci mancano dei dati?

L’impego di tecnologia IA consente di evidenziare trend impercettibili all’occhio umano, pattern di ripetizione e grazie anche alle tecniche di data mining e di data cleaning estrapolare dati significativi e recuperare quelli andati perduti. Il tutto, amalgamando dati diversificati, provenienti da fonti differenti, per fornire analisi più complete ed accurate che permettono, poi, di prendere decisioni più consapevoli.


Ecco: l’IA ci permette di fare tutto questo e molto di più.

Grazie a tecnologie NLP (Natural Language Processing), il riconoscimento dei tratti somatici, la data analisi… i campi di applicazione per questa tecnologia sono svariati.

Se già l’utilizzo di processori veloci ci era sembrato rivoluzionario, pensate cosa può fare l’Intelligenza Artificiale se applicata, ad esempio, al campo medico (dove si possono individuare e prevedere epidemie o casistiche) o al campo industriale (dove la gestione di impianti e procedure complessi e dislocati può generare scarse sinergie ed errate valutazioni) o all’automazione di attività ripetitive (e quindi, noiose e fastidiose).


Non sono ormai una novità gli assistenti virtuali che rispondono al posto dei centralini umani o che ci permettono di superare senza problemi il check-in in aeroporto (scanner face recognition). Queste tecnologie sono con noi da anni, ma non ci abbiamo mai fatto molto caso, o, comunque, la loro diffusione era delimitata ad alcuni settori. Ora il data analysis e i chat bot sono diventati un po’ “il pane quotidiano” nelle nostre vite (avete mai pensato come un sito ecommerce riesca a suggerirvi gli acquisti che potreste gradire?). Per non parlare poi degli interventi nel settore della robotica!


L’intelligenza artificiale sarà un nostro compagno di cammino per molto tempo, speriamo solo di utilizzarle nel modo più giusto ed eticamente sostenibile. Come ricordava Stephen Hawking al Websummit di Lisbona nel 2017 "Siamo sulla soglia di un mondo completamente nuovo. I benefici possono essere tanti, così come i pericoli. E le nostre Ai devono fare quel che vogliamo che facciano".

Le IA possono dare grandi benefici, ma bisogna imparare a gestirle, prima che prendano sopravvento sul genere umano.




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