Insieme a colore, forma e posizionamento, la UX comprende anche la scelta di quali movimenti far compiere all’utente per navigare agevolmente tra le visualizzazioni, eseguire azioni, manipolare i contenuti.
Tali gesti possono essere di vario tipo e si adattano a specifiche fasi dell’esperienza utente:
navigazione tra i contenuti;
azione;
trasformazione.
Analizziamoli insieme.
Come dice la parola stessa, i gesti per la navigazione tra i contenuti mirano ad aiutare gli utenti a spostarsi facilmente all'interno di un prodotto e possono integrare componenti più espliciti (come, ad esempio, i pulsanti).
Tra i consolidati movimenti di navigazione troviamo:
Tap → tocco dello schermo, corto, veloce. Si usa spesso per l'esecuzione di pulsanti o la spunta di caselle (es. accettazione di clausole)
Scroll and Pan
Scroll → scorrere verticalmente o orizzontalmente un contenuto
Pan → individuare un elemento sulla mappa e spostarlo per analizzare il contenuto circostante
NB: solitamente scroll and pan sono utilizzati contemporaneamente per navigare tra grandi superfici (es. mappe)
Drag → trascinamento. Viene solitamente impiegato per spostare un contenuto, solitamente immagini, all’interno della videata. Molto utile per l’utilizzo di menù e approfondimenti
Swipe → lo scorrimento del dito sullo schermo un verticale o in orizzontale. E’ solitamente utilizzato per passare da una schermata all’altra, scorrere caroselli o scoprire funzioni celate sotto immagini o porzioni di testo
Pinch → pizzico. Richiede l’impiego di due dita e serve per scalare il contenuto zoommandolo. Molto utile per navigare tra immagini e mappe.
Tra i gesti propedeutici al compimento di un’azione, oltre al tap (tocco di un elemento) e swipe (es spostamento), troviamo il long press, ossia la possibilità di premere un po’ più a lungo un elemento (ad esempio, per evidenziarlo).
Tipologie di interazioni riferiti ad un’azione li vediamo quotidianamente nelle caselle di posta elettronica come Gmail, dove tramite tap viene aperta una corrispondenza, il tocco prolungato permette di evidenziare una o più conversazioni prima di un’azione precisa (come la loro cancellazione o il trasferimento a una sottocartella) e lo swipe per l’archiviazione di una corrispondenza.
Infine, esistono i movimenti di trasformazione che riguardano dimensione e collocamento nello spazio di elementi (es. ingrandimento, rotazione...):
Double tap → doppio click
Pinch → pizzico
Entrambi questi gesti vengono utilizzati per zoommare all'interno di un elemento, come, ad esempio, le immagini (un esempio ben chiaro di questo è Amazon, quando viene data la possibilità di ingrandire e muoversi nelle foto del prodotto in vendita).
Naturalmente, questi gesti possono essere anche combinati tra loro (compound gestures), per rendere più fluido l’utilizzo di app e siti web, come ad esempio il
Pick up and move → Prendi e muoviti. Una lunga pressione e il conseguente trascinamento degli elementi consente agli utenti di riordinare i contenuti. E’ ciò che avviene su smartphone e tablet, quando vogliamo riordinare sullo schermo le icone delle app.
Capire quali gesti si possono far compiere all’utente e per quale scopo sono designati è la base per la costruzione di un’esperienza d’utilizzo fluida e senza intoppi, stabilendo una comunicazione univoca con l’utente.
Ovviamente, la ricerca della miglior esperienza per i nostri utenti comporta la nascita (e il consecutivo adattamento forzato) a modelli creativi quasi "naturali", specchio della miglior soluzione possibile adottabile, standard operativi, dettati principalmente da first comers e risultati ad alto engagement.
Gli altri possono solo seguire.
L’utente si aspetta, una trasversalità nelle operazioni, anche all’interno dello stesso prodotto, declinato su più device. Purtroppo, nonostante l’esistenza di standard operativi, l’attività di adattamento delle schermate e dei gesti tra i vari device non è sempre possibile, a causa dello scopo ultimo dello strumento stesso.
Innanzitutto è d’obbligo distinguere i movimenti per schermi touch da quelli per desktop. Ipoteticamente, la selezione di elementi, potrà avvenire premendo prolungatamente un elemento sullo schermo touch, ma occorre prevedere, ad esempio, una casella di selezione o un doppio click se si usa il mouse. Sarà capitato sicuramente a ciascuno di noi di trovarsi a passare da un device all'altro e non comprendere subito il perchè del mancato funzionamento di un gesto naturale, fino a poco prima sempre fatto.
Esistono poi delle differenze tra Android e iOS, che costringono gli UX designer a fare delle ulteriori considerazioni ed adattamenti. iOS si basa sulla Human Interface Guidelines (HIG), mentre Android si basa sul Material Design. Pensiamo ad esempio a come vengono realizzati gli screenshot: con iOS è necessario premere simultaneamente il tasto home e il tasto laterale mentre per Android una breve pressione simultanea dei tasti laterali o un semplice passaggio orizzontale del palmo della mano.
Sapere come funzionano i device e stare attenti a non sorprendere l’utente con la richiesta di gesti insoliti è fondamentale perchè app e website vengano percepiti positivamente. Un flusso operativo poco fluido e intuitivo genera nella maggior parte dei casi apparenti malfunzionamenti che si tramutano quasi sempre in malcontenti e user dropout con inevitabile danneggiamento del brand.
A rincarare la dose, e qui poi termino, c’è da prestare attenzione anche alla sfumatura del movimento, ossia la risposta ottenuta ad uno stimolo ricevuto. E' importante fornire all'utente un feedback su quanto fatto, e lo è ancor più farlo nella maniera giusta e significativa.
L’adozione di un movimento corretto (cambio colore, ingrandimento, scorrere di un testo, dissolvenza…) guida l’utente verso un punto focale della app (quello che vogliamo guardi) e fornisce un feedback su quanto fatto.
Ricordiamoci che una user experience efficiente non deve solo guidare l’utente ma rassicurarlo sulle conseguenze di determinate azioni. Deve confortare e gratificare (“Dont’ make me think!”) e non scoraggiarne l’uso attraverso incertezze, difficoltà e insorgere di dubbi.
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