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Digitale sostenibile

Immagine del redattore: Coffee TalksCoffee Talks

E’ davvero corretto dire che i servizi digitali sono migliori dei “tradizionali” perché non inquinano? Che spedire una mail generi un impatto ambientale minore rispetto al vecchio e caro “carta e penna”?

Digitalizzare in modo sostenibile l’impresa al 100% è una realtà?


Uno dei trend del momento è il Greenwashing (“Ecologismo di facciata” in italiano!), ossia quella tecnica di comunicazione secondo sui ci si identifica come “Green” e si afferma di offrire prodotti e servizi “sostenibili” quando la realtà dimostra tutt’altro.

E questo accade anche involontariamente, perché nel processo di conversione vengono coinvolti diversi fattori e non sempre si riesce a tenere traccia della sostenibilità in tutti i suoi aspetti.


Quindi, come si fa a calcolare l’impatto ambientale che generiamo?


Per poter comparare il “grado d’inquinamento” di prodotti diversi (pensate a un SMS e una Lampadina: apparentemente sembrano inconfrontabili) viene generalmente usato il grado di produzione di Co2, la così detta Carbon Footprint (cioè, la “stima [del]le emissioni in atmosfera di gas serra causate da un prodotto, da un servizio, da un’organizzazione, da un evento o da un individuo” - Network Digital 360)


Non si tratta, quindi, di una prerogativa esclusiva delle imprese industriali o degli impianti alimentati a combustibile fossile.


Se pensiamo che in 1 anno, Internet consuma più dell’intera Germania o che 1 e-mail equivale ad una borsa di plastica, capiamo bene che il digitale ci sembra ora gran lontano dall’essere definito "sostenibile".

Purtroppo ci è difficile renderci conto di questi consumi perché si parla di qualcosa che è immateriale, che non possiamo toccare, percepire. Per farlo, dobbiamo, quindi, capire cosa c’è “dietro” ad una semplice mail da renderla così inquinante.

Di fatto, è una “semplice” questione di Server, di corrente usata per far funzionare gli apparecchi (soprattutto quelli veloci, che ci consentono elaborare moltissime informazioni in brevi secondi) e di smaltimento degli obsoleti. Si tratta di scegliere i colori appropriati per il sito web della nostra azienda, dello storage di informazioni, dei codici non “leggeri”, che spingono la macchina a compiere operazioni perfettamente evitabili … Non è solo una questione di “click”.


Dietro ogni digitazione, sotto ogni tasto che schiacciamo, c’è un mondo complicato, fatto di numeri binari, microchip e reti. Piccoli eventi, quasi impercettibili se guardiamo alla singola operazione nel suo insieme, ma se consideriamo che interroghiamo queste macchine migliaia di volte al giorno, il consumo di energia richiesto diventa assai importante. Prendiamo, ad esempio le email, soprattutto quelle “di lavoro” che ogni giorno riceviamo e che statisticamente parlando apriamo solo per il 40%. Tutto questo “consuma” energia inutilmente. Lo spam da solo consuma assai, visto che viene puntualmente ignorato. Le promozioni “a vuoto” consumano….

Se, poi, nella nostra analisi comprendiamo anche l’utilizzo dei social network, i dati assumono ancora più importanza.

Tiktok è risultato essere il social Network che consuma di più, considerata la quantità di video che ospita. Video no-stop che si riproducono autonomamente appena si scorre e che domandano, quindi, un’alimentazione continua; link a siti esterni che generano richieste e risposte che assorbono energia, backup superflui…

(Fonti: Convegno "Le nuove frontiere del digitale sostenibile" 14.09.2022 Fraunhofer Italia - NOI Techpark


Quando si parla di inquinamento, la nostra mente richiama immagini di fabbriche, automobili, Paesi del 3° mondo… ma non visualizziamo mai quanto danno possiamo fare noi con i nostri pc, con il nostro cellulare (e non solo energetico, direi!) e tutte le foto (inutili!) che ogni giorno scattiamo per compiacere il nostro ego.


Non possiamo certo rallentare il progresso: siamo ben consapevoli che l’innovazione porta innumerevoli vantaggi e permette di raggiungere (e superare!) limiti che sembravano un miraggio solo qualche decennio fa (pensate alla precisione di calcolo che si è raggiunta e la velocità di elaborazione). Ma iniziare a guardare anche un po’ più in là del nostro naso e cercare di agire con coscienza è ciò che dobbiamo iniziare a considerare quando prendiamo le nostre decisioni, anche se (almeno per il momento!) costa di più.


Cambiare si può, ma richiede un piccolo sforzo da parte di tutti noi. Pensare prima di agire è sempre una buona strategia.




--> DIGITAL CLEAN UP DAY


Cosa possiamo fare noi per contribuire a diminuire l'impatto ambientale dato dalla digitalizzazione?


Bhè, per iniziare basterebbe semplicemente un uso più consapevole dei dispositivi, evitando email inutili e video di superqualità se non strettamente necessari.


Possiamo poi proseguire ricordandoci di pulire (almeno una volta l'anno!) la nostra casella mail da comunicazioni che non ci servono più, o che contengono informazioni non importanti (come le risposte brevi tipo "OK" , ad esempio), eliminare gli spam e svuotare il cloud da doppioni e superfluo, cancellare video inutili da smartphone e tablet, così come download inutili e datati.


Piccoli step che richiedono solo un po' del nostro tempo, ma che possono fare la differenza sulla Carbon Foot Print.

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